Fondo Imbriani

 

Imbriani. Libretti. LogoIl Fondo Imbriani comprende testi di carattere storico, filologico, archeologico e artistico consultati o pubblicati da Vittorio Imbriani nella sua frenetica e variegata attività culturale: 5018 opere, 1190 opuscoli e 583 carte sciolte. Nel 1891 la sua biblioteca fu donata dalla vedova Gigia Rosnati Imbriani alla Biblioteca Universitaria di Napoli. Di particolare rilevanza per gli studi meridionalistici è la ricca collezione di testi di letteratura popolare (edizioni di autori del Cinquecento e Seicento meridionale, in particolare di Giovan Battista Basile) di cui Imbriani fu uno dei massimi esperti. Accanto ad essi le 583 carte sciolte, composte da fogli sciolti a stampa e da libretti popolari, materiale raccolto da Imbriani con grandissima pazienza - tra l’altro setacciando i banchi dei venditori ambulanti di Napoli e provincia - per salvare dalla dispersione quelle scarne testimonianze stampate di cultura popolare, spesso tramandate solo per tradizione orale.

Notevole fu anche il suo contributo allo studio della lingua italiana; non mancano edizioni dantesche e testi critici, oltre ai diversi saggi di Imbriani sul poeta.

Infine il preziosissimo CARTEGGIO VITTORIO IMBRIANI (774 lettere relative agli anni 1861-1882) testimonia non solo la fitta ed eterogenea rete di rapporti di Vittorio con diverse e note personalità, oltre a quelli familiari e coniugali, ma contiene anche importanti osservazioni e annotazioni critiche sugli interessi letterari dello studioso.


Imbriani. Libretti popolariLibretti popolari

 

 

 

Imbriani_Fogli_005Fogli sciolti





Vittorio Imbriani_dettaglioVittorio Imbriani (Napoli, 1840-1886)

Intellettuale dai molteplici interessi, si dedicò all’insegnamento, al giornalismo, alla critica, alla narrativa, ma è noto soprattutto per la sua instancabile passione per la letteratura popolare meridionale. Tra le sue opere critiche figurano Le leggi dell'organismo poetico e della poesia popolare italiana (1866), uno dei primi frutti del suo interesse per la "demopsicologia", Giovanni Berchet ed il romanticismo italiano (1868), Il gran Basile. Studio critico e bibliografico (1875) e Appunti critici (1878). Tra le sue opere narrative ebbero un notevole successo le fiabe Mastr'Impicca (1874), Le tre maruzze (1875) e il romanzo Dio ne scampi dagli Orsenigo (1876, 1883).


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